Strada imperiale romana Claudia Augusta Altinate

19 Febbraio 2024
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Strada imperiale romana Claudia Augusta Altinate

Strategica arteria militare che conduceva ai confini settentrionali dell’impero romano, uno dei settori più critici e deboli della difesa dalle mai sottomesse tribù ‘barbare’ germaniche.

Partiva da Altinum, la ‘Venezia Romana’, la più importante città a vocazione soprattutto militare della Decima Regione Romana (Triveneto e Istria, il ‘Giardino d’Italia’ per definizione di Cicerone), centro di smistamento del grande porto mercantile sull’Adriatico e porta verso i confini nord-orientali dell’impero.

Conduceva in Rezia, la regione centrale dell’area germanica danubiana e bavarese.

E’ così chiamata (da noi moderni) in ricordo dell’imperatore Claudio che, attorno al 46 d.C., potenziò la traccia segnata dalle campagne alpine e contro i Reti, attorno al 15 a.C., dal padre Druso, fecendone un vero e proprio sistema infrastrutturale militare.

Lungo tutto il tragitto vennero edificati castelli, torri, ponti e città, che sopravissero alla caduta dell’impero e furono, sia pure a tratti isolati, infrastrutture vitali dell’economia medioevale.

Va sottolineato il fatto che la strada di epoca romano-imperiale denominata “via Claudia Augusta”, per gran parte del suo tragitto ricalca più antichi tratturi e vie di comunicazione esistenti fin dal Neolitico pastorale e artigianal-commerciale dei Palafitari, in parte già in uso nel Mesolitico se non addirittura nei preistorici percorsi dell’Epigravettiano nel Paleolitico Superiore.

Il percorso, nel dettaglio, è molto incerto e fonte di dotte diatribe tra studiosi.
Attualmente l’ipotesi più accreditata fa correre il percorso da Altino, l’antica città paleo-veneta, Treviso a Falzè di Piave. Da qui le opinioni divergono ed è ipotizzabile una biforcazione per arrivare a Feltre. Una via più breve ma insicura e non sempre praticabile, lungo la paludosa gola del fiume Piave, per Quero, Anzù e Feltre e l’altra più sicura e praticabile, ma più lunga e faticosa, per Soligo, Follina, passo di Praderadego, castelli di Zumelle e Castelvint quindi Cesana, oppure Cesiomaggiore, e Feltre.

Il fatto che passasse per alti valichi montuosi conferma le ipotesi di tracciati preistorici che diffusamente transitavano attraverso le alture evitando i fondovalle paludosi ed insicuri.

Oltre Feltre, importantissimo fulcro non solo stradale dell’influenza romana nelle prealpi venete, ‘mansio’ della regione Opiterginum-Feltria-Tridentum, il percorso per raggiungere la Valsugana sembra più chiaro e attraversa l’altopiano sovramontino, Lamon, sale a Castello Tesino per scendere a Strigno e Castello Ivano.

In Valsugana è evidentissima la regolare infilata di castelli: Castello Ivano, Castelnuovo, Castel Telvana a Borgo Valsugana (Ausugum), Tor Quadra, Castel Selva, Levico e Castello di Pergine.

Vi sono dubbi anche sul fatto che essa si dirigesse a Trento, capitale delle alpi orientali. Una soluzione possibile potrebbe essere questa: da Selva, o forse anche dalla Tor Quadra (Roncegno), la strada si biforcava. Questa potrebbe essere la ragione delle importanti opere di fortificazione che qui si trovavano, una vera e propria ‘tagliata’ con i castelli di Tesobbo e di Montebello (dei quali non rimangono tracce).
Un ramo percorreva il fondovalle in direzione della grande spianata di Caldonazzo, per poi salire al facile valico di Vigolo Vattaro e scendere a Trento, l’altro ramo, forse il principale, proseguiva per il centro di Levico e quindi, costeggiando l’omonimo lago, passava al cospetto del grandioso castello di Pergine. Quindi anziché scendere a Trento per la strettissima ed impressionante forra del Fersina, impraticabile all’epoca per il ‘pesante’ traffico militare romano e addomesticata solo da qualche decennio grazie alle imponenti opere viarie che ora conosciamo, svoltava in direzione della Val Cembra per portarsi a Bolzano e quindi in Rezia o per il valico del Brennero oppure per il Resia. Questa soluzione abbreviava e facilitava il percorso in caso di movimenti strategici rapidi.

Le descrizioni e i tempi di percorrenza sono indicativi al solo scopo di dare una indicazione preventiva, l’Hotel non risponde di eventuali cambi percorsi, chiusure strade o sentieri. Prima di partire informarsi negli Uffici di informazione turistica locali o presso le guide alpine. Si consiglia di utilizzare abbigliamento e calzature da montagna

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